Creare un contesto aziendale nel quale ogni componente (dal semplice dipendente fino alle più alte schiere manageriali) è motivato a dare il meglio e persegue i compiti giornalieri con piacere è importante tanto quanto la gestione di una buona campagna di comunicazione o di un processo produttivo.
Le imprese sanno bene quanto sia importante non sottovalutare questo aspetto, da qui il ricorso a professionisti esperti in “coaching aziendale”, che tramite corsi organizzati o seminari contribuiscono allo sviluppo delle potenzialità di un singolo soggetto o di intero team di lavoro, permettendo loro di conseguire gli obiettivi prefissati, migliorare la loro autonomia in campo lavorativo ed incrementare la capacità relazionale e comunicativa all’interno del contesto aziendale.
Spesso si è all’oscuro di quali siano le competenze e il ruolo di un coach aziendale, anche per questo abbiamo deciso di trattare questo argomento con chi ha a che fare quotidianamente con queste figure professionali; si tratta di Carlo Vivarelli, fondatore di Vivarelli Consulting, società di consulenza operativa su tutto il territorio nazionale, che crede fortemente nello sviluppo del coaching come servizio per garantire alle aziende il perseguimento dei propri obiettivi, passando dal miglioramento delle performance individuali e di gruppo, fino a portare questo giovamento sull’intero comparto aziendale.
La domanda forse più banale, ma che aiuta ad introdurre l’argomento è: quali sono le competenze di un coach aziendale e quale è la sua reale utilità all’interno di un’organizzazione?
Oggi viviamo in un’epoca dove non è importante solo il saper produrre e vendere un prodotto o servizio, ma anche riuscire a creare un ambiente lavorativo dove tutti i singoli componenti, qualunque essa sia la mansione ricoperta, si sentono importanti e stimolati ad accrescere le loro competenze.
Lavorare sulle potenzialità latenti dell’individuo (di cui si è certi dell’esistenza e vanno solo aiutate a svilupparsi in modo completo) può garantire allo stesso di sentirsi più stimolato e appagato nel suo percorso lavorativo quotidiano, e questo può ripercuotersi positivamente anche sulla produttività del gruppo e dell’azienda stessa; se tutti remano dalla stessa parte e con vigore, la barca non può che viaggiare spedita!
Gli obiettivi sul quale un coach aziendale punta in particolar modo, sono:
- il miglioramento del processo comunicativo e del dialogo all’interno di un team;
- la condivisione degli obiettivi aziendali, in modo tale che tutti possano puntare al loro perseguimento;
- incentivare i lavoratori a vedere la loro mansione non come un punto di arrivo, ma come un punto dal quale partire, ottenendo con l’impegno e la costanza una crescita a livello di carriera ed in particolar modo a livello personale;
- lo sviluppo delle capacità comunicative e relazionali, che consente di creare un ambiente di lavoro sereno, dove nessuno si sente discriminato o inferiore agli altri, sviluppando nel contempo un senso di appartenenza al luogo di lavoro.
Quale approccio tende a seguire chi è esperto nel coaching aziendale?
Un coach che opera in un contesto aziendale sa bene che non deve imporre nulla ai singoli soggetti o al team che ha sotto di se… quello che conta è lavorare su un processo di miglioramento dell’autoefficacia personale.
Cosa intendo con questo termine? Si tratta di un processo principalmente mentale, che mi consente di pormi degli obiettivi di vita e di lavoro particolarmente ambiziosi, ma alle quali è giusto aspirare se è quello che realmente desideriamo.
Attraverso il miglioramento dell’autoefficacia personale impariamo ad avere fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità, liberandoci, così, da paure ed insicurezze.
Per arrivare a questo è necessario lavorare sulle nostre competenze, puntando molto sullo sviluppo delle abilità sociali e comportamentali; un componente aziendale pienamente convinto delle sue capacità e con in testa un obiettivo che non è solo lavorativo, ma che è parte di un progetto di vita ancor più ambizioso, si sentirà stimolato a perseverare nel conseguimento di un obiettivo, resistendo allo stress e alle difficoltà… senza alcun dubbio ne gioverà la prestazione stessa.
Allo stesso tempo il sentirsi parte di un gruppo nel quale si è consapevoli di essere ben voluti, consente di lavorare con piacere e di non considerare la settimana lavorativa come un “calvario” da far trascorrere in attesa del weekend… per quanto possa essere possibile, lavorare in un contesto simile è una delle cose peggiori che possa capitarci.
Chi riesce a migliorare la propria autoefficacia personale come si comporta in un luogo di lavoro?
Sicuramente cambia il modo di affrontare quotidianamente le mansioni, in particolar modo un compito particolarmente difficile non viene visto più come un qualcosa di insormontabile, ma un’occasione di accrescimento professionale e personale, oltre che una sfida da vincere.
L’aspetto forse più rilevante è proprio l’interesse che scaturisce nei confronti del lavoro; il singolo soggetto aziendale, messo nelle migliori condizioni possibili, è il primo a prendere a cuore quella che è la sua attività e non pensa solo ad eseguire il mero compito, bensì a far si che da questa situazione si possano aprire nuove opportunità… allo stesso tempo vive positivamente il tempo trascorso in azienda, relazionandosi in modo spontaneo e costruttivo con i propri colleghi o superiori.
Chi sviluppa una buona autoefficacia personale sa inoltre gestire lo stress, riuscendo ad organizzare i vari impegni nel modo più opportuno, portandoli a termine con successo; allo stesso tempo sono consapevoli che situazioni di fallimento o di insuccesso possono sempre capitare a tutti e che possono essere un’occasione per imparare qualcosa di nuovo e migliorarsi.
Come funziona generalmente un processo di coaching aziendale all’interno di un’impresa?
I nostri esperti in coaching aziendale lavorano indistintamente sul singolo componente (solitamente una figura manageriale) o su un gruppo, realizzando dei corsi appositi su richiesta dei capi aziendali.
Supponiamo, per fare un esempio, che il coaching riguardi una singola persona (nella maggior parte dei casi una figura manageriale)… questo è l’insieme dei passaggi che solitamente si affrontano per garantire un percorso efficace (ovviamente può funzionare anche per un team, anche se li subentrano dinamiche interrelazionali proprie del team stesso):
- fase preliminare, nella quale il coach aziendale viene contattato dall’azienda committente (solitamente si tratta delle risorse umane o dei vertici aziendali) dopo essersi accordata con il manager sull’utilità di seguire un percorso di coaching; può accadere anche che sia il manager stesso a fare questa richiesta, ma questo solitamente succede nelle aziende che hanno già avuto altre esperienze con il coaching aziendale;
- poiché il coaching è fondamentale per aiutare a lavorare sul potenziale di una singola persona o di un team, è necessario capire se l’azienda in questione è realmente convinta che questo potenziale inespresso sussista realmente (se quindi le capacità ci sono ma devono ancora venire fuori completamente), spiegando quali sono le motivazioni che hanno portato a richiedere l’aiuto del coach aziendale. A quel punto starà anche al coach accordarsi sulle modalità ed i metodi da proporre per far si che si possa raggiungere gli obiettivi proposti in modo efficace;
- le sedute di coaching (anche se almeno all’inizio può essere presente una rappresentanza aziendale), riguarderanno esclusivamente il coach ed il soggetto/team prescelto, in modo da poter instaurare quel sano rapporto di fiducia e di collaborazione reciproca. Gli incontri serviranno a far emergere le criticità su cui è necessario lavorare (insoddisfazioni professionali, difficoltà a relazionarsi con il team, problematiche relative alla gestione dello stress) con tecniche o strategie motivazionali che vengono stabilite e messe in pratica volta per volta. E’ chiaro che i metodi e le strategie che si adottano variano in base al contesto di lavoro nel quale ci troviamo;
- il coinvolgimento dell’azienda può essere stabilito sulla base di un report concordato o di un momento di verifica, nel quale si condividono i risultati raggiunti, cosa che dovrà accadere anche una volta completato il tutto (il processo di coaching aziendale è in tutto e per tutto un investimento che come tale deve dare un ritorno misurabile).
E’ chiaro che questo genere di procedimenti funziona solo se effettivamente c’è la volontà da parte del soggetto/team interessato di vedere nel coaching un momento di accrescimento personale.. riuscire a migliorare la propria esperienza lavorativa in tutti i campi (da quello meramente produttivo fino a quello esperienziale) e avere un approccio più propositivo in generale, può contribuire a migliorare la qualità e le prospettive non solo lavorative, ma di vita stessa… ecco perché ritengo ad oggi che la figura del coach aziendale sia da considerarsi come imprescindibile nella vita di un’azienda.