Le API o Application Programming Interface, sono degli intermediari, messaggeri invisibili che permettono a diverse applicazioni software, spesso create da aziende diverse e con scopi differenti, di comunicare tra loro in modo efficiente e strutturato.
Immaginate di entrare in un ristorante elegante. Voi, come cliente, sedete al tavolo e consultate un menu ricco di pietanze. Dall’altra parte, in cucina, gli chef lavorano con ingredienti, ricette e attrezzature specializzate. Tra questi due mondi apparentemente distanti opera una figura fondamentale: il cameriere.
Voi non entrate in cucina per preparare il piatto, né lo chef esce in sala per prendere le ordinazioni. Il cameriere fa da ponte, accoglie le vostre richieste, le porta in cucina in un linguaggio comprensibile agli chef e vi riporta il piatto finito.
Tradotto nel linguaggio informatico, ogni volta che utilizzate un’app meteo sul telefono, effettuate un login tramite Facebook su un sito o visualizzate una mappa di Google integrata in un’app di consegna cibo, state inconsapevolmente assistendo al lavoro di una o più API.
Queste interfacce sono le architetture silenziose dell’esperienza digitale moderna, il tessuto connettivo che permette ai servizi online di non essere isole separate, ma parti di un ecosistema integrato e fluido.
Comprendere cosa siano le API non è più solo una questione per tecnici, ma è essenziale per decifrare il funzionamento stesso della rete e delle applicazioni che utilizziamo quotidianamente.
Cosa sono realmente le API: oltre l’acronimo
API è l’acronimo di Application Programming Interface, traducibile in italiano come Interfaccia di Programmazione delle Applicazioni. Questo termine, apparentemente ostico, nasconde un concetto piuttosto semplice se abbandoniamo per un momento il gergo tecnico.
Un’API può essere definita come un contratto di servizio tra due applicazioni software. Questo contratto stabilisce un insieme di regole, protocolli e strumenti precisi che definiscono come le applicazioni possono parlarsi e scambiarsi dati e funzionalità.
Pensate a una presa elettrica di casa. La presa rappresenta un’interfaccia standardizzata. Voi non avete bisogno di conoscere la complessità dell’impianto elettrico, la provenienza dell’energia o il funzionamento della centrale. Sapete semplicemente che, seguendo una regola ben precisa (inserire una spina con determinate caratteristiche), otterrete un servizio (l’energia elettrica).
L’API funziona allo stesso modo: fornisce un’interfaccia standardizzata che nasconde la complessità del sistema sottostante. Lo sviluppatore che vuole utilizzare una funzionalità (ad esempio, i dati meteo) non deve conoscere come funziona il server remoto, che database utilizza o con che linguaggio è programmato. Deve solo sapere come “attaccarsi alla presa”, ovvero come inviare una richiesta secondo le regole dell’API, e questa gli restituirà il dato richiesto in un formato prevedibile.
Questo principio di astrazione è la chiave di volta delle API, perché permette di riutilizzare servizi complessi con uno sforzo minimo, accelerando enormemente lo sviluppo di nuove applicazioni.
Il cameriere digitale: un’analisi che chiarisce tutto
L’analogia del cameriere nel ristorante è forse la più efficace per visualizzare il flusso di lavoro di un’API. Immaginate che la vostra applicazione (ad esempio, un’app mobile di una banca) sia il cliente al tavolo. Il servizio che desidera (ad esempio, l’ultimo tasso di cambio Euro/Dollaro) è gestito da un’altra applicazione specializzata (un server finanziario), che rappresenta la cucina.
Il cliente (la vostra app) consulta il menu (la documentazione dell’API) che elenca tutte le pietanze (i servizi) disponibili e come ordinarle. A questo punto, il cliente effettua un’ordinazione, che nel mondo API si traduce in una “richiesta”.
Questa richiesta deve essere fatta in un modo specifico: deve usare il linguaggio giusto (ad esempio, il protocollo HTTP), deve specificare esattamente cosa vuole (ad esempio, “dammi il tasso di cambio EUR/USD”) e deve farlo rispettando le regole del ristorante (ad esempio, includendo una “chiave API” che funge da prenotazione).
Questa ordinazione viene presa in carico dal cameriere (l’API). Il cameriere riceve la richiesta, la porta in cucina (il server remoto) e la traduce in un linguaggio comprensibile agli chef. La cucina (il server) prepara il piatto (elabora la richiesta, recupera il dato dal database) e lo consegna al cameriere.
A questo punto il cameriere porta la risposta al cliente. Anche la risposta segue un formato standard, come un piatto servito in un determinato modo. Tipicamente, i dati vengono restituiti in un formato leggibile dalle macchine, come JSON o XML, che per la vostra app bancaria significherà un semplice numero: il tasso di cambio aggiornato.
L’intero processo, dall’ordinazione alla consegna, avviene in millisecondi, in modo fluido e senza che il cliente (l’utente finale) debba nemmeno sospettare che sia avvenuto uno scambio di informazioni tra due sistemi diversi.
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A cosa servono le API: esempi concreti nel mondo reale
Le API non sono una tecnologia astratta confinata nei laboratori di sviluppo. Sono ovunque e abilitano gran parte delle funzionalità che diamo per scontate nell’uso quotidiano della tecnologia.
La loro pervasività è tale che è difficile compiere un’azione online senza attivare, direttamente o indirettamente, una catena di chiamate API.
Un esempio lampante è l’integrazione dei sistemi di pagamento. Quando effettuate un acquisto su un e-commerce e scegliete di pagare con PayPal o una carta di credito, il sito stesso non processa direttamente il pagamento per questioni di sicurezza e complessità. Invece, utilizza l’API di Stripe, PayPal o di una banca.
Al momento del clic su “Paga” il sito invia i dati dell’ordine e dell’importo all’API del servizio di pagamento. Quest’ultima gestisce tutta la transazione sicura con la banca emittente della carta e, una volta completata, comunica al sito e-commerce l’esito (pagamento accettato o rifiutato) attraverso una risposta API. Questo permette al negozio online di concentrarsi sulla vendita dei prodotti, delegando la gestione finanziaria a un servizio specializzato.
Un altro ambito in cui le API sono fondamentali è l’accesso ai dati in tempo reale. L’app meteo sul vostro smartphone non contiene al suo interno un centro meteorologico. Semplicemente, ogni volta che la aprite o che aggiorna in background, invia una richiesta API a un servizio specializzato (come OpenWeatherMap o un ente governativo) chiedendo le previsioni per la vostra posizione geografica.
Il servizio remoto elabora la richiesta e risponde con un pacchetto di dati strutturati (temperatura, umidità, probabilità di pioggia, ecc.) che l’app si limita a impacchettare in una bella interfaccia grafica. Lo stesso principio vale per le app di viaggio che mostrano le tariffe dei voli aggregando dati da diverse compagnie aeree, o per i siti di notizie che integrano feed dai social media.
Le API sono alla base del single sign-on (SSO), il sistema che permette di accedere a molti servizi diversi usando un’unica identità, come quella di Google o Facebook. Quando un sito web vi offre la possibilità di “Accedi con Google”, sta utilizzando l’API di autenticazione di Google.
Cliccando sul pulsante, venite reindirizzati a Google, che si occupa di verificare la vostra identità in modo sicuro. Una volta fatto, Google, tramite la sua API, comunica al sito web originale: “Sì, questa persona è chi dice di essere, ecco il suo indirizzo email e nome”. Questo meccanismo elimina la necessità di creare un nuovo account e password per ogni servizio, migliorando l’esperienza utente e la sicurezza.
Il motore dell’innovazione e degli affari
Oltre a risolvere problemi tecnici, le API hanno un impatto strategico ed economico profondo. Hanno dato vita a veri e propri modelli di business basati sulle API. Aziende come Twilio (API per SMS e chiamate vocali), SendGrid (API per l’email marketing) o Stripe (API per i pagamenti) hanno costruito il loro intero successo sull’offrire servizi tramite API ad altri sviluppatori e aziende. Questo approccio permette di monetizzare dati e servizi che altrimenti rimarrebbero confinati all’interno di un’unica applicazione.
Le API, inoltre, favoriscono l’innovazione in modo esponenziale. Permettono a startup e sviluppatori singoli di accedere a funzionalità potentissime (dall’intelligenza artificiale di Google Cloud alle mappe di Here Technologies) senza doverle costruire da zero, investendo milioni di euro e anni di sviluppo. Questo abbassa drasticamente le barriere all’ingresso e permette di creare nuovi prodotti e servizi assemblando i “mattoncini Lego” forniti da diverse API.
In un’azienda, infine, le API sono cruciali per la integrazione di sistemi interni, permettendo a software di reparti diversi (ad esempio, il CRM commerciale e il gestionale della produzione) di comunicare e sincronizzarsi, automatizzando flussi di lavoro e creando un sistema informativo coerente e efficiente.
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Come funzionano tecnicamente le API: un viaggio dietro le quinte
Sebbene il concetto di base sia semplice, le API operano seguendo protocolli e standard tecnici ben precisi che ne garantiscono l’affidabilità e l’universalità. Il protocollo più comune per le API web moderne è HTTP/HTTPS, lo stesso che utilizzano i browser per caricare le pagine web. Questo significa che la comunicazione avviene attraverso le stesse fondamenta di Internet, rendendo le API universali e accessibili da qualsiasi dispositivo connesso.
Il tipo di API più diffuso oggi è REST (Representational State Transfer). Le API RESTful seguono un insieme di principi architetturali che le rendono semplici, scalabili e facili da capire. Si basano sul concetto di “risorse”, che possono essere qualsiasi oggetto dati (un utente, un prodotto, un ordine) identificato da un unico indirizzo web, chiamato URL o endpoint.
La magia di REST sta nell’utilizzo dei verbi HTTP per definire l’azione da compiere sulla risorsa. Il verbo GET viene utilizzato per recuperare o leggere dei dati, senza modificarli. È l’equivalente di “portami questo piatto”. Il verbo POST serve per creare una nuova risorsa, come quando si invia un nuovo ordine. PUT e PATCH sono utilizzati per aggiornare risorse esistenti, mentre DELETE, come è facile intuire, serve per cancellarle. Questa corrispondenza tra azione e verbo rende le API REST intuitive da utilizzare.
Affinché due applicazioni possano capirsi, è necessario che parlino la stessa lingua. I formati di dati più utilizzati per lo scambio di informazioni sono JSON (JavaScript Object Notation) e, meno frequentemente, XML. Il JSON si è imposto come standard di fatto per la sua leggerezza e facilità di lettura, sia per le macchine che per gli esseri umani.
Immaginate una risposta API per i dati di un utente: non sarà una tabella complessa, ma un semplice blocco di testo strutturato con parentesi graffe e virgole, contenente coppie “chiave: valore”, come { “nome”: “Mario”, “cognome”: “Rossi”, “email”: “m.rossi@email.com” }. Questo formato è estremamente semplice da generare e interpretare per qualsiasi linguaggio di programmazione.
Un aspetto cruciale delle API pubbliche è la sicurezza. Non è possibile lasciare libero accesso a chiunque a servizi che potrebbero gestire dati sensibili o avere un costo operativo. Per questo, la maggior parte delle API utilizza meccanismi di autenticazione. Il più comune è la API Key, una stringa di testo lunga e unica che funziona come una chiave fisica.
Lo sviluppatore che vuole utilizzare un’API deve prima registrarsi al servizio per ottenere la sua chiave personale. Ogni richiesta API dovrà poi includere questa chiave, permettendo al servizio remoto di identificare chi sta effettuando la chiamata, tracciare l’utilizzo e, se necessario, addebitare i costi o bloccare abusi. Per servizi che richiedono un livello di sicurezza superiore (come quelli che accedono ai dati di un utente specifico), si utilizzano protocolli più complessi come OAuth, che è alla base del “Accedi con Google/Facebook”.
Perché le API sono il fondamento del futuro digitale
Le API hanno smesso da tempo di essere un semplice strumento tecnico per diventare una piattaforma strategica per l’innovazione e la creazione di valore. Esse incarnano il principio del “non reinventare la ruota” portato all’estremo, permettendo alle aziende e agli sviluppatori di concentrarsi sulle loro competenze core, mentre integrano servizi specializzati da un ecosistema globale di fornitori.
In un mondo sempre più interconnesso, la capacità di un’azienda di esporsi attraverso API ben progettate o di integrarsi con quelle di altri diventa un fattore competitivo decisivo.
La prossima volta che prenotate un viaggio online, vedendo i voli di diverse compagnie comparire magicamente su un unico sito, o quando usate un’app di home banking che aggrega i vostri conti di diverse banche, saprete che state osservando il lavoro silenzioso e coordinato di decine di API.
Sono loro che permettono questa sinfonia di servizi, trasformando Internet da una collezione di siti web statici a un sistema dinamico, interattivo e profondamente integrato. La padronanza di questo linguaggio universale non è più un’opzione per chi vuole operare nel settore tech, ma un requisito fondamentale. Comprendere, progettare e utilizzare le API significa possedere la chiave per costruire il prossimo capitolo del nostro mondo digitale.
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FAQ API – Application Programming Interface
Le API sono una tecnologia recente?
No, il concetto di API esiste da decenni nell’informatica. Quello che è cambiato è la loro diffusione e importanza con l’avvento di Internet e del web, che le ha rese lo standard per l’integrazione tra applicazioni distribuite.
Qual è la differenza tra un’API e un semplice collegamento tra database?
Un collegamento diretto tra database crea un accoppiamento stretto e fragile tra sistemi, mentre un’API fornisce un’interfaccia ben definita che astrae la complessità sottostante, permettendo ai sistemi di evolversi indipendentemente.
Le API sono sempre gratuite da utilizzare?
No, molte API sono a pagamento o utilizzano modelli “freemium”. Spesso le aziende addebitano i costi in base al numero di chiamate effettuate o al volume di dati trasferiti, specialmente per servizi di valore come quelli di pagamento o di intelligenza artificiale.
Cosa succede se un’API smette di funzionare?
Quando un’API diventa non disponibile, tutte le applicazioni che da essa dipendono perdono la funzionalità associata. Per questo le API critiche sono progettate con alta disponibilità e vengono implementati meccanismi di fallback.
Quali linguaggi di programmazione possono utilizzare le API?
Praticamente tutti i linguaggi di programmazione moderni possono utilizzare le API, poiché queste comunicano tramite protocolli standard come HTTP. JavaScript, Python, Java, C# e PHP sono tra i linguaggi più comuni per lavorare con le API.
Come fanno le applicazioni a proteggersi dagli abusi delle API?
Oltre alle API key, vengono utilizzati limiti di frequenza delle chiamate (rate limiting), validazione degli input, cifratura SSL/TLS e protocolli avanzati come OAuth 2.0 per prevenire accessi non autorizzati e garantire la sicurezza dei dati.
Cosa significa quando un’API viene definita “RESTful”?
Un’API RESTful segue i principi architetturali REST, utilizzando in modo coerente i verbi HTTP, identificando le risorse attraverso URL e scambiando dati in formati standard come JSON, risultando così più predicibile e facile da integrare.
Le API possono trasferire solo dati testuali?
No, le API possono trasferire diversi tipi di contenuto, inclusi file binari come immagini, documenti PDF o stream multimediali, utilizzando formati di codifica appropriati come base64 o gestendo l’upload diretto di file.
Come fanno gli sviluppatori a sapere come utilizzare un’API specifica?
Tramite la documentazione tecnica ufficiale, che specifica gli endpoint disponibili, i parametri richiesti, i formati di risposta, gli esempi di codice e le procedure di autenticazione.
Le API sono utilizzate solo per servizi web pubblici?
No, le API sono ampiamente utilizzate anche all’interno delle aziende per l’integrazione di sistemi interni, in quanto permettono a diversi reparti e applicazioni di comunicare in modo standardizzato e efficiente.







