La Generative Engine Optimization (GEO) è l’insieme di strategie e tecniche pensate per ottimizzare i contenuti affinché vengano compresi, selezionati e utilizzati dai motori di ricerca generativi, come ChatGPT, Gemini, Perplexity o Claude.

Se per più di venti anni la Search Engine Optimization è stata il pilastro di ogni strategia di marketing digitale, e ottimizzare per Google e per gli altri motori di ricerca significava assicurarsi visibilità, traffico organico e opportunità di conversione, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa il panorama della ricerca online è stato rivoluzionato, modificando radicalmente il comportamento degli utenti e, di conseguenza, le regole del gioco.

Sempre più persone non si limitano più a cercare informazioni, ma chiedono direttamente a strumenti come ChatGPT, Gemini o Perplexity, ricevendo risposte complete senza dover cliccare su una lista di link.

Questo cambiamento non è improvviso, ma il risultato di un’evoluzione che ha attraversato diverse fasi. La SEO tradizionale ha lasciato spazio prima all’Answer Engine Optimization, focalizzata sui motori di risposta, e ora alla Generative Engine Optimization, che mira a rendere i contenuti riconoscibili e utilizzabili dalle AI generative.

Comprendere questo percorso è fondamentale per aziende e marketer che vogliono rimanere competitivi in un ambiente in rapido mutamento e il nostro corso online per diventare SEO expert è stato pensato per imparare sul campo le migliori strategie SEO e GEO per migliorare il posizionamento del tuo sito web nei risultati di ricerca.

SEO tradizionale: fondamenti e limiti attuali

La Search Engine Optimization, nella sua forma classica, è nata con l’obiettivo di aiutare i contenuti a posizionarsi in alto nelle pagine dei risultati di ricerca.

Le strategie si basavano:

  • sulla analisi delle parole chiave,
  • sulla creazione di contenuti pertinenti,
  • sulla costruzione di link di qualità
  • sull’ottimizzazione tecnica del sito per garantire velocità e fruibilità.

La regola non scritta era chiara: più in alto sei in SERP, maggiore sarà il traffico verso il tuo sito.

Questo modello ha funzionato in un’epoca in cui la ricerca era lineare: l’utente digitava una query, il motore restituiva un elenco ordinato di link, e la decisione di cliccare spettava interamente all’utente.

Con il passare del tempo Google ha introdotto nuove funzionalità come i rich snippet e le risposte dirette, riducendo in parte la necessità di cliccare sui risultati. Ma è con l’arrivo dei motori di risposta e, successivamente, dei motori generativi, che i limiti della SEO tradizionale sono diventati evidenti.

Se l’utente riceve subito la risposta all’interno dell’interfaccia di ricerca o della chat AI, il click verso il sito si riduce, anche se però aumenta di qualità. Questo fenomeno, noto come zero-click search, mette in parte in discussione il modello di acquisizione basato esclusivamente sul posizionamento in SERP.

AEO – Answer Engine Optimization

L’Answer Engine Optimization è nata per rispondere a questa nuova realtà. L’idea di fondo è ottimizzare i contenuti in modo che possano essere selezionati e mostrati come risposta diretta alla domanda dell’utente.

I motori di risposta, come i featured snippet di Google o la risposta immediata di Bing, cercano di dare all’utente ciò che chiede senza costringerlo a navigare altrove. L’obiettivo dell’AEO è dunque essere quella risposta.

Per ottenere questo risultato, i contenuti devono essere estremamente chiari, strutturati e in grado di fornire informazioni concise ma complete. I testi che rispondono direttamente alla domanda, magari supportati da dati verificabili e scritti con un linguaggio semplice, hanno maggiori probabilità di essere scelti dai motori di risposta. In questa fase, la strategia non si limita a inserire parole chiave, ma punta a prevedere le domande reali degli utenti e a fornire risposte precise. Anche la formattazione gioca un ruolo cruciale: paragrafi brevi, titoli descrittivi e una logica di presentazione che faciliti l’estrazione automatica delle informazioni.

L’AEO ha segnato un primo passo verso la trasformazione dell’ottimizzazione dei contenuti. Non si trattava più solo di scalare posizioni in SERP, ma di conquistare lo spazio privilegiato della “posizione zero”. Questo cambiamento ha preparato il terreno per la successiva evoluzione, quella dei motori generativi.

GEO – Generative Engine Optimization

Come dicevamo la Generative Engine Optimization rappresenta la risposta più recente alla rivoluzione portata dall’intelligenza artificiale generativa. I motori generativi non si limitano a recuperare e mostrare frammenti di testo, ma creano risposte ex novo combinando informazioni provenienti da diverse fonti. Strumenti come ChatGPT, Gemini o Perplexity non mostrano un elenco di siti, ma producono un testo coerente, spesso arricchito da contesto e spiegazioni, che soddisfa direttamente la richiesta dell’utente.

Ottimizzare per i motori generativi significa entrare nella loro “memoria” operativa come fonte affidabile e autorevole. A differenza della SEO tradizionale, non basta avere una pagina ben posizionata: è necessario produrre contenuti che possano essere compresi e “riusati” dalle AI.

Ciò richiede chiarezza nella scrittura, coerenza nella struttura, citazioni di fonti verificabili e l’uso di dati strutturati per facilitare l’interpretazione automatica. I contenuti devono essere aggiornati, pertinenti e in linea con le best practice di trasparenza, così che l’AI li riconosca come attendibili.

Ecco perché, da sempre, in MAC Formazione abbiamo creduto nella figura del copy e già da molti anni abbiamo creato un corso certificato per diventare SEO Copywriter.

Questa forma di ottimizzazione richiede anche una comprensione di come funzionano i modelli linguistici. Poiché le AI si basano su enormi quantità di dati testuali per imparare a rispondere, avere contenuti ben distribuiti, presenti in più formati e piattaforme, aumenta le probabilità di essere inclusi nelle loro risposte. In altre parole, la GEO non riguarda solo il proprio sito web, ma la presenza complessiva del brand in tutto l’ecosistema digitale.

Utilizzare la GEO non vuol dire non fare SEO o AEO

L’avvento della GEO non significa abbandonare la SEO o l’AEO, ma integrare queste tre discipline in un’unica strategia. Le aziende che si limitano a curare il posizionamento in SERP rischiano di essere invisibili negli ambienti AI, dove sempre più utenti cercano informazioni. Al contrario ne aziende che stanno investendo nella AI stanno già assumendo una nuova figura professionale che si chiama AI Content Validation Specialist.

Allo stesso tempo, ignorare la SEO tradizionale sarebbe un errore, perché i motori di ricerca tradizionali restano un canale importante.

Una strategia vincente oggi combina l’ottimizzazione per i motori di ricerca, per i motori di risposta e per i motori generativi. Questo approccio integrato consente di presidiare tutti i punti in cui l’utente può interagire con un contenuto, sia che si tratti di una ricerca testuale, di un assistente vocale o di un chatbot AI.

La misurazione del successo deve evolvere di pari passo: non basta più contare le visite organiche, ma occorre valutare la presenza e la citazione del brand nelle risposte AI, così come il traffico proveniente da queste nuove fonti.

Strumenti e risorse

Per affrontare questa nuova realtà i professionisti del marketing devono dotarsi di strumenti adeguati. Le piattaforme di analisi SEO tradizionale si sono evolute velocemente e già da ora oltre a monitorare posizionamenti, backlink e performance tecniche, i nuovi SEO tool riescono a monitorare la visibilità nei motori di risposta e nei sistemi AI.

Sono in crescita i software che simulano query verso chatbot e generative engines, permettendo di verificare se e come un brand viene citato. Allo stesso tempo, l’uso di dati strutturati e di schemi semantici facilita il lavoro delle AI e può aumentare le probabilità di essere scelti come fonte.

Il monitoraggio deve essere continuo e accompagnato da test e aggiornamenti. Le AI evolvono rapidamente e le loro preferenze in termini di contenuto e fonti possono cambiare. Mantenere un flusso costante di contenuti aggiornati e autorevoli è la chiave per rimanere rilevanti.

Quale sarà il futuro della ricerca online

Il futuro della ricerca sembra orientarsi verso un modello in cui le informazioni sono disponibili ovunque e in qualsiasi momento, senza passare necessariamente per un motore di ricerca classico.

L’idea di Search Generative Optimization sintetizza bene questo scenario: l’ottimizzazione non riguarda più solo Google o Bing, ma ogni piattaforma capace di rispondere a una query, dalle app di messaggistica agli assistenti virtuali integrati nei dispositivi domestici.

Nei prossimi tre-cinque anni è probabile che i motori di ricerca integrino sempre più profondamente funzionalità generative, offrendo risposte sempre più personalizzate. In questo contesto, la capacità di fornire contenuti affidabili, ben strutturati e facilmente elaborabili dalle AI sarà un vantaggio competitivo decisivo, tanto che stanno nascendo nuove figure professionali come HX Designer.

Anche la produzione di contenuti potrà essere in parte affidata all’AI, ma il valore umano resterà fondamentale per garantire originalità, empatia e autorevolezza.

FAQ Generative Engine Optimization

Cos’è la Generative Engine Optimization (GEO)?
La GEO è l’insieme di strategie per ottimizzare i contenuti affinché siano compresi e utilizzati dai motori di ricerca generativi come ChatGPT, Gemini o Perplexity.

Qual è la differenza tra SEO e GEO?
La SEO si concentra sul posizionamento nei motori di ricerca classici (es. Google), mentre la GEO mira a rendere i contenuti rilevanti per le AI generative, che producono risposte dirette senza elenchi di link.

Che ruolo ha l’Answer Engine Optimization (AEO)?
L’AEO ottimizza i contenuti per essere selezionati come risposte dirette nei motori di risposta (es. featured snippet di Google), ponendo le basi per la GEO.

Come funzionano i motori generativi rispetto ai motori di ricerca classici?
I motori generativi (es. ChatGPT) creano risposte originali combinando fonti multiple, invece di mostrare semplicemente link o frammenti di testo.

Quali caratteristiche devono avere i contenuti per la GEO?
Devono essere chiari, ben strutturati, con fonti verificabili, dati aggiornati e facilmente interpretabili dalle AI.

La GEO sostituisce la SEO tradizionale?
No, le strategie vanno integrate: la SEO resta importante per i motori classici, mentre la GEO copre i nuovi contesti generativi.

Quali strumenti aiutano nella GEO?
Piattaforme di analisi avanzate che monitorano citazioni nelle risposte AI, strumenti per dati strutturati e software che simulano query generative.

Quali nuove figure professionali sono legate alla GEO?
Esempi includono l’AI Content Validation Specialist (verifica contenuti per AI) e l’HX Designer (progetta esperienze ibride di ricerca).

Come evolverà la ricerca online nei prossimi anni?
Si orienterà verso risposte generative e personalizzate, integrando AI in piattaforme diverse (assistenti vocali, app), con contenuti affidabili e strutturati al centro.

La SEO è in continua evoluzione

La SEO non è morta, ma si sta trasformando. Il percorso che porta dalla Search Engine Optimization all’Answer Engine Optimization e infine alla Generative Engine Optimization racconta la storia di un cambiamento profondo nelle modalità con cui le persone cercano e consumano informazioni.

Per i marketer e le aziende, la sfida è adattarsi a questo nuovo ecosistema, integrando competenze e strategie diverse in un approccio unificato. Chi saprà farlo non solo manterrà la propria visibilità, ma potrà conquistare un ruolo di rilievo anche nei nuovi spazi creati dall’intelligenza artificiale.